Moret-sur-Loing è un borgo medievale da cartolina a due passi da Parigi, immerso tra acque tranquille e mura antiche, che sembra rimasto sospeso nel tempo. Appartiene al più ampio comune di Moret-Loing-et-Orvanne, nato nel 2016 dalla fusione di diverse località vicine.

Dove parcheggiare il tuo camper?
Per me e Max è stata la prima tappa di ritorno da Parigi. Abbiamo trovato parcheggio per caso consultando l’applicazione Park4night.
Si tratta di un posteggio situato lungo la riva, proprio nel punto in cui la Senna incontra il fiume Loing: un angolo sorprendentemente tranquillo, dove ci siamo trovati così bene da fermarci per due notti in totale relax.
L’area, gratuita, si chiama Place de la Bosse e si trova al 60-61 Quai de Seine, a Saint-Mammès (77670).
Dal parcheggio ci siamo incamminati a piedi fino al centro di Moret-sur-Loing, raggiungendolo con una piacevole passeggiata lungo il fiume.
A pochi passi dal luogo in cui abbiamo sostato e dal borgo si trova il Camping Le Lido, ben recensito su Park4night e completo di tutti i comfort, inclusa una piscina.
Ti lascio l’indirizzo: 11 Chem. du Passeur, 77250 Moret-sur-Loing – Veneux, Francia



















Un borgo di storia e suggestioni
Situata ai margini dell’incantevole foresta di Fontainebleau, Moret-sur-Loing è una cittadina che cattura l’immaginazione. Questo borgo reale è un vero gioiello, rinomato sia per le sue dolci tradizioni che per il suo legame con l’arte. È il luogo natale del celebre Sucre d’Orge, una specialità di zucchero d’orzo la cui ricetta segreta è custodita da secoli.
Passeggiando tra le sue stradine lastricate, con il fiume Loing che scorre lento e i riflessi dorati che al tramonto dipingono il paesaggio, si capisce subito perché questo luogo abbia ispirato artisti, viaggiatori e sognatori di ogni epoca.
Ma Moret è una tela a cielo aperto, immortalata dall’occhio attento del maestro impressionista Alfred Sisley. I suoi paesaggi e i riflessi del fiume hanno dato vita ad alcuni dei suoi capolavori più celebri.
Le porte fortificate, i resti delle mura e le case in pietra raccontano la lunga storia di Moret, che fu un punto strategico nel Medioevo e conserva ancora oggi un fascino autentico. Attraversando la Porte de Bourgogne o il suggestivo ponte sul Loing, sembra di fare un salto indietro nel tempo. Ogni angolo è una scoperta: piazzette nascoste, scorci romantici e dettagli architettonici che parlano di secoli di vita vissuta.






Moret-sur-Loing: la sentinella medievale del regno di Francia
Fin dalle sue origini gallo-romane, Moret-sur-Loing è stata un punto di riferimento importante nel territorio. La sua vera affermazione, però, avvenne solo nell’XI secolo, quando venne inglobata nei possedimenti della corona francese. Per rafforzarne il ruolo strategico, fu Filippo Augusto a volere la costruzione di una cinta muraria in pietra, concepita per proteggere il regno dalle pressioni e dalle ambizioni dei Conti di Champagne, all’epoca rivali temibili della monarchia.
Le difese medievali erano impressionanti: quasi un chilometro e mezzo di mura, scandite da una ventina di torri e da tre porte monumentali. Solo due di esse, la Porte de Bourgogne e la Porte de Samois, sono giunte fino a noi, mentre della Porte d’Orléans non rimane traccia. All’interno del perimetro fortificato sorgeva anche un castello reale con un alto mastio, che sottolineava l’importanza politica e militare del borgo.
Nei secoli successivi, Moret divenne luogo di villeggiatura per diverse dinastie regnanti. Dai Capetingi ai Valois, fino ai Borboni, numerosi sovrani, tra cui Luigi VI ed Enrico IV, scelsero di soggiornare nel torrione, trasformato in residenza reale. Questo legame diretto con la monarchia ha lasciato un’impronta profonda nella storia e nell’identità della città.









Porte de Bourgogne, la sentinella di pietra di Moret-sur-Loing
La Porte de Bourgogne è una delle antiche porte fortificate che davano accesso a Moret quando la città era circondata da mura medievali. Costruita tra l’XI e il XII secolo, faceva parte della poderosa cinta muraria voluta da Filippo Augusto per proteggere il regno di Francia dalle mire dei conti di Champagne. Le fortificazioni originali comprendevano circa 1356 metri di bastioni, venti torrette e tre porte, tra cui la Porte de Bourgogne e la Porte de Samois.
Questa porta monumentale, imponente e massiccia, è giunta fino a noi in ottime condizioni, tanto che ancora oggi segna l’ingresso al borgo. È caratterizzata da un grande arco ogivale e da due torri rotonde laterali che le conferiscono l’aspetto di un vero e proprio bastione difensivo. Attraversarla significa fare un salto indietro nel tempo: oltre la porta ci si ritrova nel cuore medievale di Moret, con le stradine lastricate, le case a graticcio e l’atmosfera senza tempo che ha incantato viaggiatori e artisti.
Oltre alla funzione militare e di controllo, la Porte de Bourgogne aveva anche un ruolo simbolico: era la “porta d’onore” per chi arrivava da sud, lungo la via che collegava Moret alla Borgogna. Oggi è una delle attrazioni più fotografate del borgo e una tappa obbligata per chi visita questa cittadina sulle rive del Loing.
La Porta di Borgogna è diventata un soggetto iconico per gli artisti. In particolare, il pittore impressionista Alfred Sisley visse a Moret per molti anni e realizzò oltre 450 opere che raffiguravano la città e i suoi dintorni. Questa porta è presente in diversi dei suoi dipinti, rendendola un punto di riferimento famoso per gli amanti dell’arte. Il suo quadro del 1891, “Moret-sur-Loing, the Porte de Bourgogne”, ne è un esempio lampante e contribuisce alla notorietà del luogo.



Porte de Samois: l’ingresso fortificato verso Fontainebleau e la capitale
La Porte de Samois o Porte de Paris, si trova sul lato opposto rispetto alla Porte de Bourgogne ed è uno degli accessi storici alla città fortificata. Costruita anch’essa nel Medioevo, faceva parte della cinta muraria che circondava Moret e, come tutte le porte principali, aveva una funzione sia difensiva sia di controllo dei traffici.
Il suo aspetto è più austero rispetto alla Porta di Borgogna, ma non meno affascinante: presenta una struttura massiccia, con un arco che immette direttamente nelle vie del centro storico. In passato era uno dei passaggi obbligati per chi arrivava dalla foresta di Fontainebleau o dalla vicina località di Samois-sur-Seine, da cui prende il nome. Qui si trova una nicchia che ospita una statua della Vergine con il Bambino, posta su un piedistallo con un’iscrizione incisa risalente al 1556.
Oggi, attraversare la Porte de Samois significa rivivere la storia di Moret e immaginare il passaggio di mercanti, soldati e viaggiatori che per secoli hanno varcato quella soglia. Insieme alla Porta di Borgogna, costituisce una delle testimonianze più autentiche della vocazione difensiva e strategica del borgo medievale.


L’anima gotica del borgo: l’Église Notre-Dame
Église Notre-Dame, o Chiesa di Nostra Signora, è una chiesa costruita a partire dal XII secolo, in piena epoca gotica, e successivamente ampliata nei secoli successivi. La sua imponenza sorprende chi passeggia per le vie del centro, perché, nonostante le dimensioni contenute del borgo, la chiesa ha proporzioni da vera cattedrale, segno della rilevanza che Moret ebbe nel Medioevo come città reale.
L’esterno colpisce per il portale riccamente scolpito e per l’elegante facciata gotica, in cui si aprono finestre slanciate. Sulla torre campanaria, visibile da diversi punti della città, è stato installato un orologio che da secoli scandisce la vita del borgo.
La costruzione della chiesa si è protratta per poco più di due secoli, dal XII al XV secolo, sul sito di una precedente chiesa romanica. I lavori iniziarono dall’abside e dal coro nel XII secolo, proseguirono con il transetto nel XIII secolo e con la navata nel XIV secolo. Il campanile risale alla stessa epoca della facciata principale, cioè il XV secolo.
La chiesa è classificata come monumento storico già nel 1840 e confermata nel 1921.
All’interno, la chiesa custodisce pregevoli vetrate istoriate, sculture e dipinti che raccontano la devozione e la storia locale. L’atmosfera è quella tipica delle chiese medievali francesi: una luce soffusa che filtra colorata dalle vetrate e uno spazio raccolto che invita alla contemplazione.
Avrei voluto visitare l’interno della Chiesa di Notre-Dame, ma purtroppo l’ho trovata chiusa. Mi sono dovuta accontentare di ammirarla solo dall’esterno, lasciandomi affascinare dalla sua maestosità gotica.




Tra acque e antichi ingranaggi: le Moulin Provencher
Tra le vie storiche e il corso tranquillo del fiume Loing, si trova il Moulin Provencher, un antico mulino che racconta secoli di storia. Nato come mulino a follone per lavorare le pelli, in particolare per la produzione di guanti, nel tempo ha visto trasformazioni da mulino da grano a scieria meccanica, fino a tornare a produrre grano prima della sua distruzione nel 1944.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’esplosione di un ponte vicino lo danneggiò gravemente, ma le rovine furono acquistate dall’industriale Paul-Louis Weiller, che fece costruire sul sito una nuova residenza, soprannominata “Maison sur l’eau”. Questo luogo divenne meta di soggiorno per personalità come Charlie Chaplin e Gary Cooper, trasformandosi in un simbolo di fascino e storia.
Oggi il mulino è proprietà del comune e ospita un museo dedicato alla storia locale e alla produzione tradizionale del sucre d’orge, il tipico zucchero d’orzo della zona. Passeggiando sulla passerella che lo collega al centro del borgo, è possibile ammirare la bellezza del fiume e dei paesaggi circostanti, proprio come fece il pittore Alfred Sisley nel 1883, catturando in un dipinto l’atmosfera luminosa e suggestiva del mulino.




Il Donjon di Moret-sur-Loing: da torre reale a dimora privata
Costruito nel XII secolo per volere di Luigi VI, il Donjon nacque come residenza simbolica del potere reale e accolse diversi sovrani.
Questo edificio non era solo una fortezza, ma una vera e propria residenza reale apprezzata dai primi re capetingi. Con il passare dei secoli, perse la sua funzione nobiliare per diventare una prigione di stato, ospitando figure illustri come alcuni Cavalieri Templari e, nel XVII secolo, il celebre sovrintendente Fouquet.
Dopo un lungo periodo di rovina, l’edificio ritrovò splendore alla fine del XIX secolo grazie al restauro voluto da un industriale illuminato. Oggi, il donjon è una proprietà privata, iscritta ai Monumenti Storici, che racchiude nella sua architettura romanica e neogotica le mille sfaccettature di una storia che continua ad affascinare.


Un angolo pittoresco tra il Loing e l’antico mulino
Una delle esperienze più affascinanti è quella di percorrere i sentieri che costeggiano il fiume Loing.
Un punto magico è quello sotto al ponte storico: ti basta attraversare un piccolo passaggio e ti ritrovi in un “dipinto vivo”, tra il rumore dell’acqua di un antico mulino, salici piangenti che si specchiano nell’acqua, e un silenzio sospeso nel tempo.
A pochi passi dal ponte si incontrano delle piccole “cascatelle”: non si tratta di vere cascate naturali, ma di rapide e salti d’acqua artificiali, realizzati in corrispondenza dell’antico mulino e del punto in cui scorre il fiume Loing.
Sedersi sul bordo del muretto e osservare il flusso del fiume, con il rumore dell’acqua, è un’esperienza suggestiva.
Io e Max ci siamo seduti proprio lì, lasciandoci cullare dal rumore dell’acqua che scorreva veloce sotto di noi. Il salice piangente si rifletteva nel fiume come in un quadro, e per qualche istante ci siamo sentiti sospesi, godendoci la bellezza autentica e tranquilla del luogo.
Moret-sur-Loing mi ha lasciato la sensazione di essere entrata in una piccola fiaba francese. Passeggiare tra le sue porte medievali, i vicoli acciottolati, i mulini e le cascatelle del fiume è stato come compiere un viaggio indietro nel tempo, ma con quella serenità che solo i borghi autentici sanno regalare.
Io e Max abbiamo scoperto che questo luogo non è solo una tappa suggestiva vicino a Parigi, ma una destinazione capace di sorprendere e restare nel cuore. E mentre ci allontanavamo, già pensavamo che qui torneremmo volentieri, per ritrovare quella stessa magia sospesa tra storia, acqua e silenzio.









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Lucy