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L’Aquila: bellezza che risorge dalle macerie

L’Aquila: bellezza che risorge dalle macerie come una fenice, simbolo di speranza e rinascita. La città che non si arrende e che ha riacquistato la sua bellezza e la sua forza, rinascendo con la determinazione di un popolo che non desiste mai.

Io e Max abbiamo fatto una visita a L’Aquila nell’agosto del 2022 e mentre esploravamo la città, non abbiamo potuto fare a meno di notare le impalcature, gli edifici che portavano i segni evidenti dei crolli avvenuti anni fa e le macerie ancora accantonate ai bordi delle strade. È evidente che L’Aquila sta ancora affrontando le conseguenze del devastante terremoto del 2009.

La strada verso la ricostruzione è lunga e impegnativa, ma è importante sottolineare che la resilienza e la volontà della comunità aquilana sono davvero ammirevoli. Con il passare del tempo, ci auguriamo che la città possa recuperare la sua antica bellezza.

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Il territorio dell’Aquila

Situata nel cuore della valle dell’Aterno, in Abruzzo, è circondata dal maestoso massiccio del Gran Sasso e dalla catena del Sirente-Velino, in particolare dalla splendida area montuosa di Monte OcreMonte Cagno.

È posizionata sulla sponda sinistra del fiume Aterno, e il centro storico sorge su un promontorio, ad un’altitudine di 721 metri sul livello del mare, rendendo L’Aquila la terza città italiana per altitudine tra i capoluoghi di provincia, dopo Enna e Potenza. Le frazioni, invece, si trovano sul pendio o sulla cima delle colline circostanti.

Il territorio comunale dell’Aquila è molto esteso e comprende una vasta area protetta. È il nono in Italia per superficie e più dei tre quarti di esso è protetto da parchi nazionali o riserve naturali. Il paesaggio è tipicamente rurale, con la presenza di alberi di mandorlo.

La zona è caratterizzata da una sensibile escursione altimetrica, con un’altitudine massima di 2866 m s.l.m. Dopo la seconda guerra mondiale, l’espansione urbanistica si è concentrata nella periferia occidentale della città.

L’Aquila e le sue sfide più grandi

L’Aquila è una città che ha superato molte sfide e sta risorgendo dalle macerie con una bellezza e una resilienza straordinarie. La città è infatti situata in una zona ad alta sismicità ed è stata colpita da numerosi terremoti distruttivi fin dalla sua fondazione.

Il primo terremoto registrato risale al 13 dicembre 1315. Un altro significativo avvenne il 9 settembre 1349, con una magnitudo di 6,5 sulla scala Richter, causando danni estesi valutati al massimo grado sulla scala Mercalli.

Le mura della città furono danneggiate, molte case e chiese crollarono, e ci furono circa ottocento vittime. La città fu coperta da una densa nube di polvere a lungo, rendendo difficile il soccorso alle vittime intrappolate tra le macerie. La ricostruzione fu un processo arduo, che portò alcune persone a preferire il ritorno ai villaggi e castelli da cui provenivano i loro antenati.

Il 26 novembre 1461 si verificò un altro forte terremoto con una magnitudo stimata di 6,4 sulla scala Richter e un alto livello di distruttività valutato al massimo grado sulla scala Mercalli. Le fonti storiche indicano che i paesi di Onna, Poggio Picenze, Castelnuovo e Sant’Eusanio furono completamente distrutti.

Nel Settecento, la città fu coinvolta da una serie di terremoti, culminando in uno estremamente violento che causò nuovamente la sua distruzione. Quello più devastante avvenne il 2 febbraio 1703, con una stima di magnitudo 6,7 sulla scala Richter e distruttività valutata al massimo grado sulla scala Mercalli.

Anche in questo caso tutte le chiese e gli edifici pubblici crollarono o subirono danni gravi. Si stima che in quell’anno, a causa dei vari terremoti persero la vita oltre 6.000 persone.

La tragica notte del 6 aprile 2009

Il 6 aprile 2009, alle 3:32 del mattino, L’Aquila fu colpita da un terremoto di magnitudo 5,9 sulla scala Richter con un’intensità tra l’8º e il 9º grado sulla scala Mercalli. L’epicentro si trovava a Roio colle e questo tragico evento causò la morte di 309 persone e ne ferì oltre 1.600, mentre la maggior parte della città fu evacuata, portando a 65.000 le persone sfollate con oltre 10 miliardi di euro di danni stimati.

Nei giorni seguenti al terremoto principale, ci furono altre scosse sismiche significative, sebbene di magnitudo inferiore.

Insomma, L’Aquila si è piegata tante, troppe volte, ma non si è mai spezzata dimostrando una grande forza nel superare tutte queste avversità.

Nonostante questo la città conserva un ricco patrimonio storico, che, a causa di questi disastri sismici, si articola in tre strati: lo strato medievale, testimoniato soprattutto dalla cinta muraria, lo strato rinascimentale, caratterizzato da numerosi palazzi e chiese, e lo strato barocco e neoclassico dovuto alle ricostruzioni post sisma settecentesche e tra gli esempi più importanti figurano la Basilica di San Bernardino e il Teatro Comunale.

Centro storico e punti di interesse

Il Centro storico

Il centro storico dell’Aquila, per paradosso, è uno dei più grandi e meglio conservati in Italia. Si estende su una superficie di circa 100 ettari ed è delimitato da una cinta muraria. Ovviamente anch’esso è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2009 ma la maggior parte delle attrazioni principali è stata restaurata e la città è ora in fase di ricostruzione.

Le mura di cinta

Costruite nel XIII secolo, sono state danneggiate da terremoti e sventramenti urbanistici, ma hanno resistito al tempo. Le mura si estendono per oltre 5,5 chilometri e racchiudono un’area sufficiente a ospitare una grande città.

La loro storia che attraversa diversi secoli, è davvero lunga e articolata, così come è articolata la loro struttura. Si adattano al terreno, seguendo la forma del colle su cui sorge la città e possono essere suddivise in quattro tronconi principali, ognuno con caratteristiche e storia proprie.

  • Il primo si estende da Porta Barete a viale Ovidio ed è inaccessibile dall’esterno.
  • Il secondo troncone si estende dal Forte spagnolo a via Castello, ed è costituito per buona parte dalle mura della fortezza stessa.
  • Il terzo si estende da via Castello a viale Collemaggio, per una lunghezza di quasi 1.200 metri e costituisce il limite orientale del centro storico ed è uno dei meglio conservati.
  • Il quarto troncone si estende da viale Collemaggio a via XX Settembre, e per un tratto non è accessibile.

Le porte urbiche

Le porte urbiche dell’Aquila sono un elemento fondamentale della sua storia e architettura e testimoniano l’espansione della città e la sua importanza strategica. State costruite in fasi successive a partire dal XIII secolo. Le quattro porte principali, Porta Barete, Porta San Francesco, Porta Paganica e Porta Bazzano, sono state realizzate contemporaneamente all’edificazione delle mura, ancora oggi visibili e rappresentano un importante patrimonio culturale.

Successivamente sono state erette altre porte, fino ad arrivare a un totale di 18. La diciannovesima, Porta di Poggio Santa Maria, è stata scoperta nel 2015, durante i lavori post-sisma.

Forte Spagnolo

Il Forte spagnolo è parte integrante delle mura della città ed è una fortezza edificata tra il 1534 e il 1567 su progetto dell’architetto Pedro Luis Escrivà che costituisce la cinta muraria del quadrante nord-est, nel tratto compreso tra le oggi demolite Porta Paganica e Porta Barisciano.

La fortezza è composta da un nucleo centrale quadrato circondato da quattro bastioni angolari di forma lanceolata, progettati per resistere agli attacchi nemici. È alta circa 30 metri e ha mura spesse tra i cinque e i dieci metri, rivestita esternamente in travertino e circondata da un ampio fossato.

L’accesso al Forte avviene attraverso un portale in pietra bianca sormontato dall’aquila bicipite, simbolo della Casa d’Austria. Il ponte in pietra che collega il forte alla città è stato costruito in sostituzione di un antico ponte retraibile in legno distrutto nel 1883. Il Forte è il punto più alto dell’intera cinta muraria, essendo posto ad una quota di circa 736 metri s.l.m.

Borgo Riviera

Si tratta di un rione storico dell’Aquila ed è la zona più antica della città. Borgo Rivera è ubicato nella zona in cui sorse il primo insediamento urbano. Il colle su cui sorge era conosciuto come Acquilis, Acculo o Acculae, a causa delle numerose sorgenti presenti in quella zona che fornivano acqua ai campi circostanti. Da questo deriva il nome della città, L’Aquila.

Borgo Rivera ospita diverse chiese, tra cui la Chiesa di San Vito alla Rivera, che è conosciuta anche come Chiesa di San Vito di Tornimparte, la Chiesa di Santa Chiara, e la Chiesa di San Bernardo.

  • La Chiesa di San Vito alla Riviera ha subito alcune modifiche nel corso dei secoli. Ha una facciata quattrocentesca che ospita meridiane per il calcolo dell’ora italica e dell’ora solare.
  • La Chiesa di Santa Chiara, originariamente conosciuta come Santa Chiara d’Acquili, mostra influenze rinascimentali e barocche dovute a restauri successivi.
  • La Chiesa di San Bernardo è un edificio barocco e neorinascimentale costruito tra il 1709 e il 1714.
  • Nel rione si trova anche la Chiesa di San Giacomo della Rivera, distrutta dal terremoto del 1703 e successivamente ricostruita in stile barocco.

Ne ho fotografate diverse e la maggior parte erano in fase di ristrutturazione e chiuse al pubblico.

Fontana delle 99 cannelle

Il quartiere Borgo Riviera è famoso anche perché ospita la fontana delle 99 cannelle, un’icona della città dell’Aquila, la cui costruzione ebbe inizio nel 1272, ma nel corso del tempo ha subito numerose trasformazioni e ampliamenti con l’aggiunta di ulteriori cannelle.

Le pareti della fontana sono costituite da blocchi di travertino bianchi e rossi, in quanto questi erano i due colori simbolo della città in epoche passate e dal 1902 è monumento nazionale italiano.

Piazza Duomo

La Piazza del Duomo, conosciuta anche come Piazza del Mercato, è la piazza principale che in passato era sede del tradizionale mercato cittadino. Il suo nome è dovuto alla presenza del Duomo e rappresenta il cuore pulsante della città. Per molti anni è stata un centro vitale per il commercio e la vita sociale.

Duomo dell’Aquila o Cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio

Il Duomo dell’Aquila è il principale luogo di culto della città ed è la sede vescovile dell’arcidiocesi metropolitana omonima.

Costruito nel XIII secolo, venne praticamente distrutto dal terremoto del 1703, ma successivamente restaurato nel XIX e nel XX secolo.

Purtroppo, è stato nuovamente e gravemente danneggiato dal sisma del 2009 ed è attualmente inagibile. Temporaneamente, le funzioni di cattedrale sono state trasferite ad un’altra basilica. Tuttavia, i lavori di ricostruzione e restauro del Duomo sono iniziati il 27 febbraio 2023.

La facciata della cattedrale è un esempio di come la storia di una città possa essere raccontata attraverso l’architettura. Ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli a causa dei crolli e dei rifacimenti. Ogni trasformazione è un ricordo di un momento storico diverso.

La facciata dell’edificio, infatti, subì due ricostruzioni successive, a seguito dei terremoti del 1461 e del 1703. La prima ricostruzione, in stile gotico, fu distrutta dal secondo terremoto, mentre la seconda ricostruzione, in stile neoclassico, è quella che vediamo oggi.

Dal 1902 è monumento nazionale italiano, confermato da un Regio Decreto nel 1940.

Il Palazzetto dei Nobili

Il Palazzetto dei Nobili o Palazzo della Congregazione dei Nobili, è il centro simbolico dell’Aquila. Situato in piazza Santa Margherita, nel quarto di San Pietro, è il cuore del potere politico cittadino, come testimoniato da un bassorilievo posto su una facciata laterale.

L’edificio è un esempio raro di architettura civile e religiosa che si fondono in un’unica struttura. Nel corso dei secoli, ha avuto un ruolo significativo nella vita politica dell’Aquila, insieme al vicino Palazzo Margherita.

Basilica di Santa Maria di Collemaggio

Situata poco fuori dalle cinta murarie, sull’omonimo colle, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, è anch’essa monumento nazionale dal 1902. Questa chiesa, insieme alle basiliche concittadine di San Bernardino e San Giuseppe Artigiano, ha ottenuto il titolo di basilica minore.

Fondata nel 1288 per desiderio di Pietro da Morrone, che divenne poi Papa Celestino V nel 1294, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un esempio notevole di architettura abruzzese, e il suo stile architettonico principale è il romanico abruzzese, con influenze gotiche. Questa basilica è famosa per la sua facciata decorata con uno splendido rosone e un portale finemente scolpito.

Un evento significativo legato a questa basilica è la celebrazione del Giubileo del 1300, indetto da Papa Celestino V. Questa celebrazione fu un avvenimento religioso di grande importanza, e la basilica divenne un centro di pellegrinaggio. Al suo interno, è possibile ammirare l’altare maggiore e opere d’arte di notevole bellezza, e dal 1327, le spoglie del papa sono custodite all’interno del mausoleo di Celestino V.

Basilica di San Bernardino

La Basilica di San Bernardino è situata nel quarto di Santa Maria e, insieme al convento adiacente, fu costruita tra il 1454 e il 1472 per onorare san Bernardino da Siena. All’interno della basilica, sono conservate le reliquie del santo nel suo mausoleo.

La facciata, costruita nel secolo successivo, ha influenze michelangiolesche e rappresenta il massimo esempio di architettura rinascimentale in Abruzzo.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

L’Aquila sorge ai piedi della maestosa cima del Gran Sasso e offre un punto di partenza ideale per esplorare questa meravigliosa catena montuosa, rendendo la città un luogo di interesse per gli amanti dell’escursionismo e della montagna.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è una delle gemme naturali dell’Italia e offre un’ampia gamma di attrazioni e opportunità per gli estimatori della natura e degli spazi aperti.

Situato nelle regioni dell’Abruzzo, del Lazio e delle Marche, questo parco nazionale copre una vasta area montagnosa. Il suo nome deriva dal Gran Sasso, che è la vetta più alta degli Appennini e raggiunge un’altitudine di 2.912 metri.

Le vette, i boschi, i fiumi e i panorami spettacolari rendono questo luogo ideale per l’escursionismo, l’arrampicata e l’osservazione della fauna selvatica.

All’interno del parco, troverai anche il Corno Grande, una delle montagne più iconiche dell’Italia, con una forma distintiva e un’importante storia alpinistica. Il parco è anche sede di una varietà di specie di flora e fauna, compresi i camosci appenninici, che sono diventati uno dei simboli del parco.

La mia esperienza a L’Aquila

Esplorare questa affascinante città è stato come perdersi in un libro avvincente, dove ogni pagina svela nuove storie da scoprire. Mentre approfondivo la ricerca per questo articolo, mi sono resa conto che, come in ogni racconto, alcune pagine erano ancora inesplorate.

L’Aquila, con la sua ricca storia, offre una vasta gamma di tesori da scoprire: sontuosi palazzi che narrano epoche passate, chiese che custodiscono segreti secolari, musei che raccontano le vicende della città e teatri. Ci sono così tanti luoghi interessanti che sarebbe ideale avere più giorni per visitarli tutti.

Come sottolineo spesso, ogni viaggiatore ha i propri interessi unici, e L’Aquila offre un menù variegato per soddisfare tutte le passioni. Che tu sia appassionato di storia, arte, o desideri immergerti nella vibrante atmosfera culturale, questa città ha qualcosa da offrire.

Quel giorno, la città pulsava di vita grazie alla folla di visitatori, e la mia gioia era palpabile. Mi riempiva di contentezza costatare l’entusiasmo turistico, che rappresenta un sostegno concreto per la continua rinascita dell’Aquila.

Molte delle foto che ho scattato infatti ritraggono volti di persone e per questo motivo non le pubblico.

Immergerti in questa città è come aprire una scatola di cioccolatini, dove ogni pralina è una nuova sorpresa. Resta solo da decidere quale gusto assaporare durante la tua visita.

Io mi sono emozionata davvero tanto, ma ero anche triste nel vedere dopo tanti anni ancora molte macerie accatastate ai bordi delle strade, testimonianze mute di una storia dolorosa. Alcune strade periferiche erano completamente disabitate e avvolte da un silenzio che urlava il dolore delle persone che le avevano popolate.

Tra quei frammenti di passato, ho avvertito anche la forza resiliente di una città che, nonostante le ferite, si rialza con dignità.

È stata davvero un’esperienza profondamente toccante che porterò nel cuore per sempre.

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Lucy

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