Este, situata nella provincia di Padova, è una delle gemme meno conosciute del Veneto, ma ricca di fascino per chiunque ami la storia, l’arte e la tranquillità dei piccoli centri urbani.
Questo antico borgo, incastonato ai piedi dei Colli Euganei, regala un mix unico di patrimonio storico, paesaggi naturali e tradizioni culturali che meritano di essere scoperti.
Dove parcheggiare il tuo camper?
Io e Max, mentre ci dirigevamo verso la Puglia, abbiamo deciso di fare una piccola deviazione per visitare questa incantevole cittadina. Abbiamo scelto di parcheggiare il nostro minivan in un semplice parcheggio per auto, comodo per una sosta veloce e perfetto per esplorare il centro senza complicazioni.
L’applicazione Park4night segnala diversi parcheggi ben recensiti, tra cui un’area attrezzata per camper situata in Via Principe Umberto, dotata di servizi essenziali come colonnine per l’elettricità e area di scarico. È a pagamento nei giorni feriali con un costo di € 3. Le relative recensioni su quest’ultima risultano contrastanti: alcuni utenti segnalano difficoltà nelle manovre, soprattutto per camper più lunghi di 6,40 metri.
Ti consiglio di valutare attentamente in base alle dimensioni del tuo veicolo e alle tue esigenze di spazio. In alternativa, il paese offre altre opzioni più semplici per brevi soste.
Un viaggio nella storia di Este
La città di Este, il cui nome risale al latino ‘Ateste‘, ha un legame storico con il fiume Adige. Questo corso d’acqua, chiamato ‘Athesis‘ in latino e greco, lambiva un tempo il territorio di Este, fino a quando una disastrosa piena nel 589 d.C. ne modificò il corso.
L’insediamento di Este risale all’Età del Ferro, quando gli antichi Veneti vi fondarono un centro di notevole importanza strategica e commerciale.
La città, grazie ai suoi intensi rapporti con il mondo greco e romano, raggiunse un elevato livello di sviluppo economico e culturale. Con l’annessione all’Impero romano, Este ottenne lo status di colonia e, in seguito alle guerre civili, fu concessa ai veterani romani.
Le invasioni barbariche e le conseguenti lotte per il potere determinarono un lungo periodo di decadenza, che ridusse la città a un modesto centro rurale.
La storia di Este nel Medioevo è segnata da continue lotte per il potere. Dopo essere stata sottoposta a diverse dominazioni, la città divenne oggetto del desiderio di potenti famiglie come gli Ezzelini, gli Scaligeri e i Carraresi. Solo con la sottomissione a Venezia, Este conobbe un periodo di relativa stabilità e prosperità.
In seguito alle vicende napoleoniche, passò sotto il dominio austriaco e, nel 1866, fu annessa al Regno d’Italia. Nel corso dell’Ottocento, fu teatro di importanti eventi storici e culturali, come la presenza di illustri poeti e la nascita di figure di spicco come Pietro Balan.
La Seconda Guerra Mondiale lasciò profonde ferite ad Este. L’occupazione nazista, le deportazioni, gli scontri armati e la liberazione alleata furono eventi che segnarono in modo indelebile la storia della città. Con la fine del conflitto, Este entrò a far parte della nuova Repubblica Italiana.
Castello Carrarese: baluardo sui Colli Euganei
Sui Colli Euganei, a dominare la città, si erge il maestoso Castello Carrarese con la sua imponente cinta muraria e le torri ben conservate.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma sappiamo che fu costruito nel XIV secolo sulle rovine di una precedente fortificazione.
Successivamente, nel XIV secolo, Ubertino da Carrara fece ricostruire il castello, conferendogli l’aspetto che conserva ancora oggi. Nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni e ha cambiato nome più volte, riflettendo le vicende storiche della città.
Dalle origini medievali, quando era la dimora dei marchesi d’Este, fino alle riedificazioni dei Carraresi, il castello ha sempre rappresentato un simbolo di potere e prestigio.
Il castello si sviluppa su una pianta poligonale complessa, con un perimetro che si snoda per circa un chilometro, abbracciando una superficie di oltre quattro ettari. Le sue mura, imponenti e robuste, cingono una collina che un tempo era lambita dalle acque del fiume Sirone.
All’interno di questo perimetro si ergono diverse strutture difensive, tra cui la cortina maggiore, le torri, il castello del soccorso e il mastio, che dominano l’intero complesso. Le mura del castello, presentano uno spessore variabile, con un massimo di 1,50 metri all’ingresso principale. L’altezza, misurata dalla base al cammino di ronda, è di circa 5,40 metri.
Le due torri d’angolo dominano la cortina maggiore, interrotta al centro dal Palazzo Mocenigo. Le torri laterali in origine erano 14 mentre attualmente sono 12, e presentano un’altezza media di 16,5 metri, compresa la merlatura.
I segreti nascosti del Castello Carrarese
Tra le leggende legate al castello, quella del tunnel sotterraneo che lo collegava alla Rocca di Ponte di Torre è una delle più affascinanti. La Rocca di Ponte di Torre è un’antica fortezza che, insieme al castello e alle mura, proteggeva Este. È composta da una cinta muraria e da una torre quadrata di 24 metri.
Si racconta che questo passaggio sotterraneo venne utilizzato durante gli assedi per garantire l’arrivo di rinforzi e rifornimenti al castello, offrendo così un vantaggio strategico agli assediati.
Tuttavia, un’analisi attenta delle distanze e delle difficoltà tecniche coinvolte nella realizzazione di un simile passaggio rende questa ipotesi altamente improbabile.
Un’altra affascinante leggenda racconta di Beatrice, figlia di Azzo VI d’Este, che una notte sarebbe fuggita dalla corte estense attraverso una porticina segreta nascosta dietro il mastio del castello. La sua destinazione era il monastero sul Colle Salarola dove avrebbe trovato rifugio.
Beatrice, nata nel 1191, affrontò tragici lutti in giovane età, perdendo la madre nel 1202 e il padre nel 1215, rimanendo così sotto la tutela della sua balia e del fratellastro Azzo VII.
La tradizione popolare racconta che la ragazza fuggì per sottrarsi alle pressioni del fratellastro, che voleva darla in sposa a un nobile alleato, approfittando del contesto storico tumultuoso. Questo matrimonio strategico avrebbe garantito supporto contro Ezzelino e contro Salinguerra di Ferrara, i loro avversari più temuti.
Gli studiosi trovano poco credibile la storia della porticina segreta perché Ubertino da Carrara, Signore di Padova, ordinò la costruzione delle mura del castello solo nel 1339, oltre un secolo dopo la presunta fuga.
Un’ultima leggenda avvolge la curiosa vicenda dell’acquisto del castello da parte della famiglia Mocenigo. Si narra che, in seguito alle devastazioni da parte della Lega di Cambrai, il castello fosse ridotto in uno stato di rovina avanzata. La sua manutenzione risultava così onerosa che nessuno era disposto a comprarlo, lasciandolo in un abbandono crescente.
A quel punto, il demanio decide di adottare una soluzione insolita: mettere il castello in palio attraverso una lotteria. Una donna della nobile famiglia Mocenigo vinse il premio, ma i costi proibitivi per la gestione del castello superavano di gran lunga le sue possibilità, e si vide costretta a cedere il premio ai suoi padroni.
Questa storia, sebbene non supportata da documenti storici certi, riflette il fascino che il castello ha esercitato nei secoli, intrecciando realtà e mito in un racconto che arricchisce ulteriormente la sua aura misteriosa.
Il Duomo di Santa Tecla
La chiesa di Santa Tecla o Duomo di Santa Tecla, è un capolavoro dell’architettura religiosa di Este. La pieve di Este, le cui prime tracce risalgono al 1034, ha vissuto una storia travagliata fatta di ricostruzioni e restauri. Dopo essere stata riedificata nel XII secolo e poi trasformata radicalmente nel XVI secolo su progetto di Vincenzo Scamozzi, la chiesa fu distrutta da un violento terremoto nel 1688.
Sorgendo dalle macerie, un nuovo duomo, opera di Antonio Gaspari, vide la luce tra il 1690 e il 1720. Consacrata nel 1748, la chiesa ottenne il titolo di abbazia nel 1896.
Un vero e proprio museo d’arte ti accoglie all’interno del duomo: la splendida pala di Tiepolo, con i suoi colori vivaci e la sua maestria tecnica, domina l’abside. L’altare di Zanchi e la scultura del Corradini, insieme all’imponente organo Ruffatti, arricchiscono ulteriormente il patrimonio artistico della chiesa.
Le sette voci del campanile
Il campanile si erge maestoso, sormontato da un concerto di sette campane fuse a Verona nel 1835. Le loro armoniose note, che si diffondono per la città, creano un’atmosfera unica. Ogni campana ha un nome, un suono e una funzione ben precisi, che da secoli scandiscono il tempo e la vita della comunità.
Slanciato verso il cielo, ospita un concerto di sette campane, ognuna con un nome, un suono e una funzione ben precisi, che da secoli scandiscono il tempo e la vita della comunità.
La campana più grande, Ave Maria, con i suoi imponenti 150 centimetri di diametro e 2010 chilogrammi di peso, intona un profondo suono, solenne e potente, per tre volte al giorno, al mattino, al pomeriggio e alla sera, segnando i momenti chiave della giornata. Ma non solo: in passato, il suo rintocco grave e inconfondibile annunciava pericoli imminenti o eventi di particolare importanza.
La campana Ora di notte richiamava i cittadini al rientro serale e scandisce le ore notturne. Leggermente più piccola la campana del Signore accompagnava l’Eucarestia verso i malati, portando conforto e speranza. La campana dei Defunti annunciava, insieme alla campana dell’Agonia, la triste notizia di una dipartita, accompagnando il feretro verso la sua ultima dimora. Quella dei Canonici, richiamava i sacerdoti alla preghiera liturgica e infine, la più piccola, campana della Messa, annunciava l’inizio delle celebrazioni eucaristiche.
Este oggi: tra arte, cultura e natura
Este offre un patrimonio storico e architettonico di notevole interesse come il Palazzo del Municipio, elegante edificio del XVII secolo con una balconata settecentesca, affacciata su Piazza Maggiore.
Palazzo degli Scaligeri, una costruzione trecentesca che ospita oggi una biblioteca con oltre 70.000 volumi e una sezione dedicata alla storia locale, e la Torre Civica della Porta Vecchia, una torre settecentesca che custodisce un antico orologio e una campana bronzea del 1637.
Il Museo Nazionale Atestino custodisce un’ampia collezione di reperti archeologici che testimoniano la lunga storia della città, dalla preistoria all’epoca romana.
Este è anche un ottimo punto di partenza per esplorare i Colli Euganei, un’oasi di pace e tranquillità a pochi passi dalla città. Sentieri ben segnalati permettono di fare escursioni a piedi o in bicicletta, ammirando paesaggi unici e assaporando i prodotti tipici locali.
È vero, io e Max abbiamo esplorato solo una parte dei tesori di Este, scegliendo quelli accessibili nel corso di una mattinata. Tuttavia, anche un breve assaggio di questa affascinante cittadina è bastato per lasciare in noi un’impressione di grande bellezza e armonia.
Passeggiare tra le vie del centro regala un senso di calma e ordine, con palazzi eleganti e piazze che raccontano secoli di storia. La vista del Castello Carrarese, imponente e silenzioso, sembra riportarti indietro nel tempo, mentre le mura medievali ti ricordano la ricchezza culturale che ha attraversato questa terra. Abbiamo sentito l’eco del passato non solo nelle architetture, ma anche nell’aria stessa della città, che invita a rallentare, a osservare, a immaginare.
Un’altra impressione forte è stata la cura e il rispetto per la storia locale. Che si tratti di una villa con giardino nascosto, di una torre che racconta le sue stratificazioni, o di un antico porticato che accoglie i visitatori con discrezione, Este sembra custodire il proprio patrimonio con orgoglio e consapevolezza.
Visitare Este non è solo un’occasione per ammirare luoghi storici, ma un’opportunità per immergersi in un’atmosfera unica, fatta di serenità, cultura e tradizione.
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Lucy