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Gemona del Friuli: sacrificio e dignità

Gemona del Friuli è un luogo che incarna il vero significato di sacrificio e dignità. Questa città, situata nella splendida regione del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Udine, ha attraversato momenti di sfida e difficoltà che avrebbero potuto abbattere qualsiasi comunità.

Dove parcheggiare il tuo camper?

Segnalata sull’applicazione Park4night, l’area sosta per camper gratuita in Piazzale Monsignor Battista Monai, è ben tenuta e completa di servizi. Sita proprio all’ingresso della città e a due passi a piedi dal centro.

Eventualmente c’è anche un campeggio. Anch’esso segnalato sull’applicazione.

Gemona del Friuli

Una cittadina con radici profonde, che risalgono al ‘600 circa. Ogni angolo racconta una storia affascinante attraverso le sue architetture, le piazze accoglienti e le stradine acciottolate.

Sorge a 272 m.s.l.m. alle pendici delle Prealpi Giulie, e fin dalla preistoria era uno dei punti di passaggio più importanti della strada che dall’Adriatico andava ai valichi alpini. Assume il suo attuale nome nel 1935.

Una Storia di resilienza e coraggio…

A causa del terremoto che la devastò nel 1976 è diventata un esempio straordinario di resilienza e coraggio. Attraverso la distruzione e il dolore, la comunità di Gemona ha dimostrato al mondo la propria forza e la capacità di rinascere dalle ceneri.

Fu distrutta dal terremoto del 6 maggio (alle ore 21, magnitudo 6.5 della scala Richter) e da ulteriori scosse dell’ 11 e del 15 settembre del’ 76 che provocarono i crolli di una parte dell’importante Duomo, del castello e tanti altri edifici, contando 990 morti.

In pratica la città fu l’epicentro, e la scossa durò ben 59 secondi. Gli effetti sono stati devastanti e molti crolli furono dovuti anche all’età avanzata degli edifici.

Fu uno dei terremoti peggiori che abbiano colpito l’Italia in tempi moderni. La popolazione fu ospitata negli alberghi di Grado, Lignano Sabbiadoro e Jesolo insieme agli sfollati di altre città colpite. Gemona fu praticamente rasa al suolo.

… sacrificio e dignità

Dopo il terremoto venne completamente riedificata e la comunità di Gemona non si è arresa. Con una determinazione straordinaria, gli abitanti hanno iniziato a ricostruire le loro vite e la loro città.

Le persone si sono unite per ripristinare gli edifici storici, le chiese e le piazze che avevano formato il cuore pulsante di Gemona. Questo sforzo collettivo ha dimostrato la potenza dell’unità e della solidarietà.

Vennero da subito stanziati dalla regione i fondi per la ricostruzione e contribuirono con assistenza e una grossa somma di denaro anche gli americani, tramite la base di Aviano (PN).

In modo rapido, con criteri antisismici e con grande sacrificio, dignità e impegno civile nonostante le numerose scosse di assestamento che ci furono per diversi mesi, la città risorse.

Le strade acciottolate sono state ripristinate, le architetture antiche sono state salvate e gli edifici sono stati ricostruiti con un rispetto profondo per la storia.

Gemona del Friuli rinacque secondo il procedimento per ‘anastilosi’, ovvero raccogliere ogni pietra, numerarla e ricollocarla al suo posto, esattamente dove era prima.

Fu deciso all’unanimità: ‘Prima le fabbriche, poi le case e poi le chiese’, e questo venne chiamato il “modello Friuli“. Il lavoro, per far ripartire tutto. Un modello che fa si che la ricostruzione del Friuli Venezia Giulia è l’unica ad essere stata chiusa e da questo disastro ne scaturì l’istituzione della protezione civile.

Punti di interesse

Palazzo Comunale

Gemona conserva ancora molti monumenti. Posizionato nel cuore dell’antico borgo storico, il Palazzo Comunale, è una costruzione risalente al 1500, edificato seguendo lo stile tipico dell’architettura della regione veneta.

Al livello del suolo, tre ampie arcate a forma di semicerchio sono sostenute da colonne, delimitando così una loggia aperta, il cui soffitto presenta travi adornate e tavolette dipinte con ritratti di personaggi di spicco.

Centro visite sul terremoto (mostra fotografica permanente e laboratorio didattico)

Dal palazzo comunale, salendo lungo la strada, sotto i portici, si nota una mostra fotografica con ingresso libero allestita in alcuni locali, chiamata ‘1976 FRAMMENTI DI MEMORIA’.

Un itinerario “emozionale” composto da una serie di fotografie che mostrano la città prima e dopo il sisma con l’obiettivo di conservare la memoria del terremoto e far vedere la drammaticità di quell’evento.

Duomo di Gemona de Friuli

Risalendo ancora la via ti trovi di fronte al maestoso Duomo dedicato a Santa Maria Assunta e alla sua Torre campanaria.

Interno del Duomo di Gemona del Friuli
Interno del Duomo di Gemona del Friuli

Il Duomo è la principale chiesa di Gemona. Edificato tra il 1290 e il 1337, ha la facciata caratterizzata da tre rosoni e all’interno si possono ammirare opere antiche. Gravemente danneggiato dal sisma, è stato ripristinato con cura, e oggi si erge ancora come un simbolo di speranza e rinascita.

Anche la Torre campanaria risale al 1300 circa, ed è formata da pietre quadrate e una cuspide in alto in cotto. E’ alta circa 50 mt e il terremoto la distrusse completamente e, come il resto degli edifici, venne riedificata in modo fedele a com’era prima.

Il Castello di Gemona

Il castello di Gemona sorge appena al di sopra del centro storico, sulla cima di un colle. Basta salire i 150 gradoni dalla stradina ‘Salita dei Longobardi’, che è anche una galleria fotografica illustrante immagini storiche della città.

Costruito con caratteristiche architettoniche tipiche delle fortezze medievali, il castello rappresenta un legame tangibile con il passato.

Con le sue mura millenarie, racconta segreti antichi e custodisce nel suo cuore la forza di una comunità che ha sfidato il tempo.

Si pensa risalga al IX-X secolo a.C e la sua posizione strategica all’interno del centro storico dimostra l’importanza difensiva che ricopriva nei secoli passati. Le sue mura possenti e le torri imponenti testimoniano il ruolo cruciale che il castello ha avuto nel proteggere la popolazione e nel resistere alle difficoltà.

Ha infatti varie postazioni che venivano usate per gli avvistamenti all’epoca dei Romani e nei primi anni del nuovo millennio fu ricostruito dai Signori di Gemona per farne la loro residenza.

Ha subito la distruzione da parte di due terremoti: nel 1511 e nel 1976. In questo momento sono aperti i giardini pubblici, dalla quale si ammira un panorama splendido sulla città e sul territorio circostante, mentre l’edificio è in fase di ristrutturazione.

Panorama visto dal giardino del castello
Panorama visto dal giardino del castello

Chiesa della Beata Vergine delle Grazie

Percorrendo a ritroso la strada verso l’area sosta si nota una grande scalinata con i resti di una chiesa. Si tratta della Chiesa della Beata Vergine delle Grazie.

Questa struttura risale al 1400 e dopo il terremoto non ha visto un processo di ricostruzione, poiché mancano i presupposti per un restauro con anastilosi. Il rudere è stato messo in sicurezza e valorizzato come memoria del sisma.

E ancora…

Ci sarebbero altri luoghi di interesse da visitare in questa cittadina come la Chiesa di Santa Maria di Fossale, situata in Piazzetta del Fossal, risalente al 1600, anch’essa distrutta dal sisma e ricostruita per quanto possibile con lo stesso materiale.

La Chiesa di San Rocco eretta tra il 1499 e il 1521, durante il perversare della peste nella cittadina. Quasi completamente distrutta dai terremoti del 1976, la città venne riedificata tra il 1978 e il 1982 in ricordo delle vittime del sisma.


Gemona del Friuli è molto più di una destinazione turistica: è una testimonianza di resilienza, coraggio e umanità. La storia di questa città ci ricorda che la capacità di risorgere dopo le tragedie è una caratteristica intrinseca dell’animo umano.
Quando visitiamo Gemona, percorriamo le strade che la comunità ha ricostruito con amore e speranza, portando con noi un messaggio di rinascita che può ispirare ogni aspetto della nostra vita.

Mi sono emozionata tantissimo dinanzi a questa cittadina pensando a cosa ha subito, nel guardare le immagini e leggerne la storia. Non puoi non farle una visita.

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Lucy

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